14.10.06

witness

nenè è il mio miglior amico.
ci conosciamo da quando eravamo adolescenti e abbiamo condiviso un'infinità di ore: allenandoci all'arma bianca e alla retorica, studiando fisica, strategie sentimentali e commerciali, mangiando le razioni d'emergenza nel cuore del sudan e bevendo martini al largo della sciara del fuoco, scambiandoci libri, foto e segreti.

melodia è una principessa.
sul serio, cioè una principessa di quelle vere, con i cognomi che richiamano papi e stirpi baltiche.
squisita e discreta, acuta, essenziale con le parole, eloquente con gli sguardi, curiosa, colta e di ottimo gusto.

melodia e nenè erano fidanzati, ora non più.

si sono sposati.

e nenè ha approfittato della situazione per vendicarsi del fatto che diversi anni fa mi fu testimone di nozze.

alle 9.00 mi passa a prendere tommygun, in macchina.

in moto sarebbe stato un bel giro ma la giacca tecnica avrebbe rovinato la piega del vestito.
un centinaio di km fra le campagne a nord di roma per arrivare in un paesino del decimo secolo, che conta 4000 anime e due chiese alto medievali.

dovevamo essere lì per le 11.30 ma prendiamo male un bivio e siamo costretti a un lungo giro per tornare indietro, alle 11.40 ci supera babbolupo sulla sua moto vestito come crusty il clown, il cbr 1000 passa del tutto inosservato: sotto la giacca tecnica spunta un completo blu gessato in arancio-viola-beige... ci chiediamo se sotto il casco abbia anche il naso rosso.

il matrimonio si svolge in un gioiello romanico, minimalista e accogliente, con un campanile di 30 metri a pianta quadrata che sembra la versione appariscente di quello di santa cecilia in trastevere.

il posto perfetto: la chiesa nobile e austera accanto alla torre fiera e sgargiante che stanno lì, insieme da 1000 anni e più, sono una bella metafora, un buon auspicio e un augurio.

un prete locale, bassino e con i capelli tinti di fresco, ci fa entrare dalla porta laterale e ci avverte che la sposa, a cui è riservata la porta principale e che entrerà per ultima, non gradisce applausi al suo apparire.

sono tentato di farle un fischio di ammirazione, ma mi manca il coraggio, lei non sembra proprio rilassata.

capelli-tinti fa da cover a un altro prete spilungone, straniero ma con un italiano ineccepibile, che ha letteralmente attraversato l'europa per venire a sposare la principessa.

il punto in cui siedono i testimoni è assolutamente privilegiato per l'osservazione di tutta la scena, e l'essere esonerato dal seguire la liturgia mi concede un grado di libertà in più.

nenè è concentrato e sembra guardare una decina di metri oltre lo spilungone.
melodia è tesa, emozionata e respira male.
di fronte a me, dall'altra parte rispetto agli sposi, marilus -testimone della sposa- sembra ipnotizzata e non distoglie lo sguardo da melodia.

ho un flash con gli stessi attori, la randa tutta giù e il fiocco rollato per metà, la tempesta che ci rincorre dalla corsica verso il continente, un vento di poppa che spinge la barca ai limiti e le onde dentro al pozzetto.

al timone nenè guardava più o meno lì, a prua, una decina di metri oltre il prete.
melodia mi sembrava più tranquilla allora.
marilus aveva più o meno quella faccia, ma molto più preoccupata.
io mi godevo la scena come qui, con adrenalina allora e con tenerezza adesso.

lo spilungone è scafato e la fa corta, in 40 minuti dice tutto il necessario in una funzione bilingue e porge agli sposandi un foglio plastificato con la formula di rito.

lui legge forte e chiaro.
lei, qualche decibel sotto, inciampa ma va avanti, quando finisce alza gli occhi verso di lui e gli sorride...

anelli, marito-e-moglie, andate la messa è finita, e lo spilungone passa la palla a capelli-tinti che invita tutti a preservare la sacralità del luogo riservando gli auguri, il riso e quant'altro all'esterno, dentro la chiesa devono rimanere solo gli sposi e i 4 testimoni per le formalità legate agli effetti civili.

cita gli articoli, il domicilio e l'educazione dei figli e tira fuori un registro a moduli precompilati da riempire e firmare.

"qui lo sposo" indica capelli-tinti.
"si, certo," e porgendogli la mano "una penna?"
"una penna?" domanda capelli-tinti a noi che ci guardiamo l'un l'altro nella chiesa vuota e, come ecolalici, ripetiamo una penna? una penna? una penna? una penna?...

"eccola!", qualcuno ha fatto la spola e allunga dentro il capannello una bic.

"una bic!" dico, e aggiungo "eccheccazzo, se lo sapevo portavo una montblanc!"

melodia mi fulmina con gli occhi e io puntualizzo "beh, dai, la montblanc fa belle penne..."

"sì, ma non si dice eccheccazzo davanti a due preti!"

dato che melodia è una principessa, la sua ultima battuta me l'ha fatta 5 ore dopo, quando eravamo a quattr'occhi nel giardino medievale del castello dove si è svolta la festa.

bella festa, bel posto e bella gente, ma è un'altra storia.

(foto di marilus)

2 commenti:

lucia ha detto...

Mi incuriosisce lo scambio di strategie sentimentali fra due adolescenti. Potrei saperne di più?
Confermo: "eccheccazzo!" non si dice davanti a due preti.

maus ha detto...

colosseo: sì, sono molto fortunati, tant'è che si sono incontrati.
simone: no, la tua posizione -per la visione d'insieme- era peggiore della mia. eppoi avrebbe marcato malissimo.
lucia: sì e no, nel senso che a domande specifiche non ho problemi a rispondere (fermo restando che mi sostenga la memoria, ero adolescente alcune decadi fa).
marilus: sono certo di aver intaccato la torta prima della foto... (credo che al testimone spetti lo ius prime tortis)