17.8.06

15.8 lima-paracas [293-2393]

al mattino visitiamo il museo de oro, si tratta della collezione privata mujica gallo nel museo da lui stesso fatto costruire.
il mujica gallo era ricco sfondato e aveva due hobbies: la caccia grossa in africa e il collezionismo.

come collezione e' imponente, talmente grande da essere uno dei piu' importanti musei del peru'. come museo lascia molto a desiderare; e' idealmente diviso in due aree tematiche artigianato e arte precolombiana e armi di ogni dove e tempo.

la parte precolombiana meritava di essere l'unica, e' quella numericamente piu' povera ma di gran lunga la piu' "esclusiva" (gli spagnoli hanno fatto man bassa di tutto cio' che -all'epoca- hanno trovato).

la parte delle armi giapponesi mi ha depresso, mai visto cosi' tanta poca cura e amore nell'esposizione: yoroi in disfacimento, tachi e katana con la lama verso l'alto e verso il basso (rispettivamente), alcune in piedi...

bon, dopo un boccone nel bar del museo, coerentemente a peso d'oro, inforchiamo le selle con destinazione paracas (pisco) , 200 e passa km di trasferimento lungo costa ancora sulla panamericana, alte dune a sinistra e il pacifico a destra.
degno di nota solo il contrasto tra le baracche costruite in alto sulla sabbia e il collegio americano lato mare.

arriviamo a paracas alle 17:00, abbiamo il tempo di cazzeggiare sulla sabbia compatta della spiaggia: un carosello di motociclisti in crisi di infantilismo acuto che sgommano, derapano, s'incrociano e s'insabbiano ridendo e urlando come bambini (appunto) al luna park, fra pellicani e anatre che nuotano o svolazzano in giro.

arriva una guardia forestale su una 125 e ci dice, quasi scusandosi, che quella e' una riserva naturale e che, cosi' facendo, disturbiamo gli uccelli e potremmo anche aver distrutto qualche uovo... se proprio vogliamo fare "queste cose" dobbiamo andare dall'altra parte della strada.
mi sento una cacca, ci profondiamo in scuse e torniamo in albergo a prepararci per la cena.


un localino molto caruccio, un gruppo di musica andina, pisco sour come se piovesse.

torniamo in albergo piuttosto alticci con una gara fra la societa' dei magnaccioni, mia bela madunina e romagna mia (che mi fa meditare sul suicidio rituale).

giorno successivo

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