
con i ferri un po' di tutti (i miei sono sparsi sul tole ondule, che una botta fra le tante ha rotto il coperchio della scatola su luna piena buttandoli in giro) si fa il lavoro, provo la moto e funziona, non frena dietro ma non e' un grave problema... ho sempre i freni anteriori.
ancora calamina, e sabbioni, arriviamo alla valle de rocas e tiriamo avanti.

non per la gente ma per le moto, non tutte riescono a uscirne e noi non siamo in grado di rischiare ancora.
si fa benzina dai mezzi di appoggio.
benzina... insomma, un carburante boliviano che dicono sia benzina ma che non ha ne' il colore, ne' l'odore, ne' gli ottani (ne' il prezzo) di quello che noi chiamiamo benzina.

sabbia, sabbia con calamina, poi pietre, poi pietre con calamina, poi pietre con sabbia, poi ghiaia, poi ghiaia con calamina, poi ghiaia con sabbia, e ancora ghiaia con sabbia e calamina e guadi, con pietre grosse tonde o taglienti.

manca solo la neve.
no, non manca, c'e' anche la neve.
a sud della laguna le chiazze di neve attecchiscono dove il fondo e' compatto...

alle 18:00 abbiamo un contatto radio con la paz per organizzare un incontro con i mezzi

si discute con le guide locali, l'unica soluzione e' risalire a nord, attraversando quello che non volevamo attraversare: il deserto di siloli.
giorno successivo
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