19.11.08

una sdraio nello spazio

5 commenti:

Anonimo ha detto...

sedia a sdraio o: la traversata delle apparenze. Basta a volte una foto chiara a far prendere coscienza dei cambiamenti aereodinamici?...sismografia storica, testimonianza ipersensibile delle rotture sociologiche,sensazioni che passano e lasciano il terreno modificato. La sedia a sdraio prende l'accento della modernità e il terrazzo,un vetro che lascia, come un'acquario,passare la vita con le sue figure limpide ma, meditazione dolorosa su una città che lascia l'imbarazzo del chiaro scuro...tensions et tragédies des peuples qui traversent le temps. Ville suspendue,subtile et flexible à la manière d'une photo aux images instables et singulières.

Rosa ha detto...

Bella! che è?

maus ha detto...

marijeu: sono assolutamente d'accordo con te, se non altro perchè non ci ho capito una sega (l'avresti mai detto?).

rosa: clicca sulla foto che s'ingrandisce e capisci esattamente cos'è e dov'è.

farlocca farlocchissima ha detto...

bello il risultato, ma ancora più bello il terrazzo ;-)

complimenti a marjeu non ho capito un tubo nemmeno io... e dire che sono contorta!

Anonimo ha detto...

Hai ragione Marijeu, una scossa futurista all’albero genealogico, quasi fosse un violino cubista di Picasso, le cui note dissonanti ci danno la chiara percezione dell’inesistenza del tempo, creando in ogni istante un piano separato (come nella foto), un microcosmo a se stante, un terreno modificato, appunto, in cui ridiscutere la realtà, l’ambiente circostante, le figure oltre il vetro… E Roma è un po’ così, un’ altalena di apparenza e dolore, velocità ed empatia, antichi presagi e necessità di un moderno (la sedia a sdraio) che mantiene però intatto un certo fascino retrò. E poi il vento!! Quanto si percepisce il vento in questa foto!!! Bellissima. Complimenti.